Un percorso lontano dal circuito turistico che attraversa luoghi storici di insediamento del popolo Walser in Valle Strona.
Partiamo dall’abitato di Forno, una frazione poco sopra il Lago d’Orta. Forno si sviluppò attorno a un primo gruppo di pastori della valle Anzasca, che nell’alto medioevo sfruttavano i pascoli delle montagne tra Valle Strona e Val d’Ossola. È l’ultimo paese della valle oggi ancora insediato da circa 300 abitanti, vanta paesaggi incontaminati e maestose vette adornate da rigogliosa flora.
Qui, incontriamo la guida Ivan Volpone che conosce come le sue tasche questa valle e le montagne che ci sono intorno. Sono luoghi speciali da conoscere lentamente. “Sono l’ideale – ci dice Ivan – perché c’è la tranquillità e si può godere della natura. Per fare delle passeggiate così è proprio il posto giusto”.
In località Preia nei pressi dell’oratorio di San Rocco, si imbocca la Strà Vègia, l’antica mulattiera ricca di cappelle e frazioni che, prima della costruzione della strada carrozzabile, collegava Omegna al paese Walser di Campello Monti.
La Strà Vègia è uno degli itinerari tematici da vivere lungo il sentiero Walserweg, particolarmente adatto alle famiglie. “Stiamo percorrendo la vecchia mulattiera – ci fa eco Ivan Volponi – ovvero la strada che ha percorso per centinaia di anni chi viveva in alta Valle Strona. In questo modo raggiungiamo piano piano le frazioni di Campello”.
Campello è un elegante paesino Walser arroccato sulla montagna, la cui origine è storicamente documentata verso il 1300, quando i pastori Walser di Rimella incominciarono ad abitare stabilmente la conca di fondovalle, trasformando l’alpeggio in frazione della comunità valsesiana.
Campello deve la sua fortuna alle miniere di nichel, principale attività estrattiva della valle Strona, presenti dalla metà dell’ottocento fino alla seconda guerra.
A Campello veniamo allietati dalla musica del gruppo folcloristico “La famiglia dei Rododendri” che porta in tutta Europa gli usi, i costumi e le tradizioni della Valle Strona. Le voci femminili del gruppo indossano i ricchi costumi dell’alta Valle impreziositi da dettagli e da ricami a testimonianza del passato Walser delle popolazioni di Forno e Campello Monti.
Renato Falcetti, la voce del gruppo, ci racconta qualcosa di Campello: “Qui siamo a 1300 metri e ci troviamo al finale della Valle Strona. Campello Monti è abitato solo in estate, non ci sono più residenti stabili. L’ultimo è stato Augusto Riolo – deceduto nel 1980 a 86 anni – che io ho avuto piacere di conoscere molti anni fa, era l’ultimo eremita”.
Elvira la incontriamo la stessa sera. Lei a Campello Monti ci viveva: “Di notte sogno quel periodo, quando ero sugli alpeggi. Sogno la notte di Natale, quando c’era la messa sulla chiesetta piccola e sogno quando andavano a scuola. Eravamo 9 alunni di diverse età, tutti nella stessa classe”. In mezzo alla nostalgia c’è lo spazio anche per la speranza che, in futuro, si farà il percorso inverso, tornando dalla città verso le montagne. Elvira stessa è speranzosa: “Mio nipote ha lasciato tutto ed è andato a vivere in montagna a Rimella. A Rimella c’erano i miei nonni. Mio fratello ha sposato una rimellese”, e conclude sorridendo: “Più Walser di così non si può!”.
Renato ci saluta con l’auspicio che le infrastrutture nella zona vengano implementate, per permettere a quante più persone di arrivare con facilità a visitare la Valle Strona: “Questo è un posto meraviglioso per vivere una natura incontaminata. Abbiamo acque sane, non c’è industria, luoghi incantevoli. Quello che manca è una nuova strada che agevoli il turismo e faccia scoprire questi posti a sempre più gente”.
Con questo augurio, ci salutiamo ringraziando Ivano, Elvira, Renato e gli altri componenti del gruppo, Giuseppe, Domenica, Ida, Renata, Paola e Sara per la lieta giornata trascorsa insieme. Alla riscoperta della Strà Vègia.