Obrun Balme-2
Obrun Balme-2

Posa dei Morti – Obrun Bàlme

Posa dei Morti - Obrun Bàlme

Sul sentiero che dalla Bocchetta di Campello conduce a Rimella, dopo aver superato l’Alpe Selletta (ts Tschàttelte) nella località chiamata Obrun Bàlme (1395 m) si incontra una antica cappella porticata dedicata all’Immacolata Concezione; a fianco della cappella, sotto una balma rocciosa, è presente un basamento in pietra sormontato da una croce in legno, un tempo adibito a “posa dei morti” (töturaschte): qui le persone decedute a Campello Monti – insediamento di origine rimellese ubicato alla testata della Val Strona – venivano accolte dalla comunità rimellese che la riceveva in forma solenne.

Il parroco, rivestito dei paramenti sacri e preceduto da chi portava la croce e le lanterne, accoglieva la salma per accompagnarla in processione alla sepoltura nel cimitero di Rimella, alla cui parrocchia apparteneva.  Il rito continuò sino alla primavera del 1551, allorché il vescovo Ubertino – forse incontrando durante una visita pastorale un corteo funebre proveniente da Campello – si rese conto della difficoltà di trasferimento dei defunti e benedisse un terreno a Campello per rendervi possibile le sepolture. Successivamente, con decreto dell’11 settembre 1597, il vescovo Bascapè distaccò la parrocchia di Campello da quella di Rimella, unendola alla parrocchia di Forno in Val Strona.

Una lastra di pietra collocata frontalmente sul basamento della croce, scolpita nel 1884 dal falegname rimellese Eusebio Riolo, porta la scritta “Posa dei morti trasportati a Rimella fino all’anno 1551 – 21 aprile”.

È solamente leggenda che i defunti campellesi durante i mesi invernali venissero conservati in questo luogo sino a che le condizioni atmosferiche non ne consentissero il trasporto al cimitero di Rimella: verosimilmente venivano conservati nella neve in territorio di Campello finché non fosse possibile il valico.

A fianco della “Posa dei morti” è ubicata una cappella dedicata all’Immacolata Concezione, citata nell’inventario del 1714 come “antica ed oggetto di restauro”; nel 1919 è stata dotata di un portico che copre il passaggio del sentiero. Un’antica tradizione, protratta sino agli anni ’50 del novecento, imponeva che chi in inverno transitasse di fronte alla cappella con la slitta per il trasporto di beole  – estratte dalle cave situate nei pressi dell’alpe Pianello – dovese lasciarne un esemplare in offerta alla chiesetta, per i futuri restauri del tetto.

Ancora oggi il giorno seguente la solennità di Pentecoste nella cappella viene celebrata la Santa Messa.